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No, non c’è stato solo un contagiato nei teatri — In favore di una Gestione della Pandemia Data-Driven
In un Paese che celebra l’anticonformismo e distilla demagogia in posture di opposizione spesso sterile, difendere l’operato del Governo è un esercizio impopolare. Ma nella congiuntura storica più favorevole ai populisti, sostenere tesi impopolari — o impopuliste, come le descriveva Gentiloni — è anch’esso un atto di resistenza culturale.
Per cui: non credo di dire nulla di nuovo se affermo che essere degli umani sul Pianeta Terra nel 2020 è un gran casino. Per ovviare alla situazione peggiore — un gran numero di morti, anche se per fortuna il virus in termini percentuali, e purtroppo non assoluti, non uccide molto — ogni governo sta sperimentando le contromisure meno dolorose dal punto di vista economico per la maggior parte della popolazione, per cercare di appiattire questa benedetta curva mentre qualcuno nei laboratori si spera stia trovando il vaccino definitivo.
Personalmente appoggio dunque qualsiasi soluzione vada in questa direzione, e trovo sinceramente bizzarro che la misura che forse ci ha messo più d’accordo è stata anche la più radicale — il lockdown. Questo misura la grandezza della nostra mancanza di serenità, e la nostra attitudine al mal comune mezzo gaudio. Sopportiamo misure draconiane solo se dobbiamo scontarle tutti. È questo…