Member-only story
Le donne nella cybersecurity stanno dalla parte dei cattivi. E non per scelta
In un settore il cui la disoccupazione è dello 0%, il tasso di reclutamento delle donne tra le fila dei cybercriminali è molto maggiore che nella sicurezza informatica. Per molte di loro, non c’è scelta.
L’asimmetria di genere nei ruoli STEM (acronimo che sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics), non fa eccezione quando si parla di cybersecurity.
In questo settore, in assoluto uno dei più in crescita di questo decennio, su quattro impiegati solo una è donna. Una percentuale in realtà in crescita rispetto a qualche anno fa, se si compara ad esempio col 2013, quando per ogni nove uomini c’era una sola donna (fonti: Cybersecurity ventures).
Quello che sorprende però è che il lento ritmo di recupero verso la parità di genere nel settore della sicurezza informatica è surclassato da quello dei cybercriminali, dove già oggi si stima che la componente femminile superi il 30% del totale (fonte: Trend Micro).
La stima è necessariamente spannometrica, come ammette lo stesso rapporto di Trend Micro. Gli utenti dei forum analizzati da Trend Micro sono infatti in gran parte anonimi e l’analisi ha quindi richiesto l’uso di strumenti come Semrush e Gender Analyzer V5 di uClassify per fare ciò che equivale a supposizioni, nella migliore…