Le 4 Grandi Invenzioni della Cina — e cosa ci dicono sui Cinesi

Filippo Lubrano
4 min readApr 11, 2019

Ci sono molti modi di approcciarsi al pensiero e alla filosofia cinesi. Uno dei più efficaci è la metafora, meglio se estesa fino a diventare allegoria. Questa volta, lo facciamo quindi partendo dagli oggetti. No, non dai miliardi di oggetti che vengono prodotti oggi in quella che è la Fabbrica del Mondo, ma dagli oggetti che i Cinesi hanno inventato per primi.

Generalmente, ci si riferisce alle “4 Grandi Invenzioni cinesi” da un punto di vista storico, per descrivere questi oggetti. Il primo a descrivere queste invenzioni fu il filosofo Francis Bacon, che ne identificò 3, di grande portata. Anche Karl Marx si soffermò su 3, ignorando sempre la stessa.

Iniziamo quindi proprio da quella ignorata, poi integrata nella lista nella letteratura asiatica:

  1. La Carta. La carta fu prodotta per la prima volta in Cina secondo la tradizione da corteccia nel 105 d.C., dall’eunuco Cai Lun, sotto l’imperatore He. Per circa 500 anni la carta fu ad esclusivo appannaggio dei cinesi, per essere poi introdotta in Giappone, Medio Oriente e infine in Egitto e quindi in Europa nell’800.
La Carta, inventata dai cinesi

2. La Stampa. Ovviamente legata a doppio filo alla prima invenzione, per noi europei la stampa è sempre legata a Gutenberg, e al XV secolo. In realtà, la Cina è arrivata prima sia sulla stampa a caratteri mobili, inventata da Bi Sheng nel 1041, sia, ben prima, su quella con blocchi di legno, che gli storici inquadrano tra il 600 e il 900, sotto la Dinastia Tang. Il più antico libro stampato vero e proprio di cui si abbia notizia è una traduzione cinese del Sutra del Diamante, un’opera buddhista; si tratta di un rotolo di sei fogli di carta lungo più di cinque metri. Il colophon riporta la data di realizzazione (secondo il nostro calendario, l’848 d.C.)

La Stampa a caratteri mobili (XI secolo, Cina)

3. La Polvere da sparo. Quest’invenzione avvenne, come spesso succede, per caso, da alchimisti taoisti, intorno al 140 d.C. Lo scopo militare venne solo in un secondo momento, dapprima come frecce di fuoco. Le frecce di fuoco derivavano in realtà dall’invenzione dei fuochi d’artificio, che furono il primo vero impiego della polvere da sparo. Cioè: avevano in mano una roba che potenzialmente gli avrebbe dato un vantaggio militare incolmabile e loro cosa ci fanno: i fuochi d’artificio. La trovo una cosa davvero commovente, e che la dice lunga sullo spirito di fondo dei cinesi.

Una “freccia di fuoco”: la prima applicazione cinese della polvere da sparo

4. La Bussola. Comparvero per la prima volta nell’XI secolo, almeno due secoli prima del resto del mondo. E lo fecero in un Paese che non ha mai guardato con particolare interesse al mare: il Grande Impero ha sempre rivolto lo sguardo storicamente verso l’interno, verso il nemico che veniva dalle steppe, rispetto a quello che veniva dall’Oceano. Non è un caso che l’opera più imponente e più iconica della Cina sia la Grande Muraglia. Eppure, è anche grazie a questa invenzione che è stato possibile a Zheng He navigare con la sua imponente flotta gran parte dell’Oceano Indiano e Pacifico ben prima che Colombo partisse con le sue piccole caravelle alla volta dell’India, che si sarebbe poi rivelata essere l’America. Ciononostante, la Cina non ambì mai a diventare una potenza colonialista, né sfruttando la sua posizione di first-mover, né seguendo l’esempio delle grandi nazioni europee dal XVI secolo in avanti.

Una delle prime bussole cinesi

E cosa ci aspetta ora nel futuro? Beh, i recenti sviluppi nel settore dell’intelligenza artificiale, il rinnovato interesse spaziale, fanno pensare che il baricentro dell’innovazione tornerà a spostarsi in Asia nel XXI secolo. Con quali impatti, e quali conseguenze sulla loro vita, e sulla nostra, è ancora presto per dirlo.

(da questo testo è stato estrapolato un video visualizzabile nel Canale YouTube di Asialize: https://www.youtube.com/watch?v=tVObAYuAr0w&t=9s)

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Filippo Lubrano

Innovation and Internationalization Consultant, Journalist, Writer (Cybersec, Asia, Poetry)