Il Progetto Q* non sarà soggetto ad allucinazioni, ma epifanie

Filippo Lubrano
6 min readDec 3, 2023

La tecnologia dietro al progetto più chimerico del momento è un cambio di paradigma rispetto ai transformer di GPT. E potrebbe cambiare le regole del gioco. Breve guida per non sostituire alle storture del lungotermismo quelle del corto.

Sì, è probabile che dietro l’imbarazzante teatrino messo in scena dai vertici di OpenAI, che ha screditato quella che è una delle aziende più visibili al mondo, ci sia davvero questo misterioso “progetto Q*”. Ne ha parlato per prima Reuters, poi si sono accodati in molti, ma la coltre di nebbia intorno al progetto stesso non si è dissipata. Anzi.

Cosa sappiamo di Q*, allora? Al momento, solo una fitta tela di supposizioni, che hanno un’unica tesi comune: sembra che Q* sia bravino a fare delle operazioni matematiche. Quanto complesse, non è dato saperlo — e saperlo cambierebbe sostanzialmente il nostro grado di ansia — ma in fondo tanto basta per capire che, se sa davvero farle, e non solo stimare come soluzione il numero statisticamente più probabile, questo oggetto è ben diverso da quello che abbiamo visto finora nella più recente ondata di IA generative di cui hanno iniziato a occuparsi i giornali.

Il problema è sempre il peccato originale dell’IA, ovvero il suo stesso nome. Davanti ad algoritmi così complessi la divulgazione necessita di…

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Filippo Lubrano

Innovation and Internationalization Consultant, Journalist, Writer (Cybersec, Asia, Poetry)