Cosa possiamo imparare dalla storia della pugile Imane Khelif alle Olimpiadi

Un po’ di cose da puntualizzare su una storia raccontata male, e gestita ancora peggio. Per chi vuole cogliere l’occasione di capire qualcosa in più su intersex, misure del testosterone, e atleti e atlete “fluidi/e”.

Filippo Lubrano
3 min readAug 2, 2024

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Parigi — La storia della pugile Imane Khelif alle Olimpiadi Parigi 2024 ci può fare imparare diverse cose. La prima, e la più rilevante, è che il genere non è sempre così nitidamente binario. In realtà, ci sono già stati casi simili di atleti intersex (che è molto, molto diverso dall’etichetta ‘trans’ che è stata usata in molti ambienti e giornali, a sproposito) nello sport. La più famosa di queste è Caster Semenya, velocista sudafricana con livelli di testosterone molto elevati, che ha partecipato a diverse gare anche olimpiche ed è stata esclusa da altre. Per capirci, sia Khelif che Semenya sono donne nel senso latamente inteso, ovvero (per quanto ne sappiamo e fino a prova contraria) posseggono una VULVA, ma producono livelli di testosterone più alti della norma. Ogni comitato sportivo ha dei margini di tolleranza, e nel caso di Khelif è stato appurato che questo fosse negli standard per la manifestazione.

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Filippo Lubrano

Innovation and Internationalization Consultant, Journalist, Writer (Cybersec, Asia, Poetry)